Esistiamo, siamo le assistenti di doppiaggio di Francesca Rizzitiello e Ilaria Tornesi per AIPAD

“Tu che lavoro fai?”, “L’assistente al doppiaggio”, “Ah, e chi doppi?”. Prima o poi questa domanda è’ stata rivolta a tutti noi, e quando cerchiamo di spiegare il nostro lavoro nel modo più semplice possibile l’interlocutore rimane, in genere, interdetto. Perché il nostro lavoro è uno di quelli di cui spesso si ignora l’esistenza, ma rispettare il sincrono labiale e’ tra i fattori necessari per ottenere una “copia conforme”, in altre parole, un doppiaggio riuscito. Se il direttore di doppiaggio è il direttore d’orchestra, noi allora siamo il metronomo, scandiamo il ritmo e il tempo della sala di doppiaggio.

Durante la fase di preparazione, l’assistente taglia il copione in anelli, delle piccole “porzioni” di testo della durata di circa trenta  secondi e numerate in progressione. Il termine “anello” oggi è  pura convenzione, perché il materiale video e’ in formato digitale, ma fino a qualche anno fa l’assistente tagliava veramente la pellicola, che veniva unito a formare un anello e poi proiettato in sala. Questa divisione del testo permette all’assistente di organizzare i turni di doppiaggio, mettendo insieme gli anelli in cui due o più personaggi interagiscono nei vari punti del filmato. In sala, invece, l’assistente è seduta vicino la doppiatore e si occupa di controllare il corretto sincronismo ritmico-labiale e, in caso di necessità, dà  indicazioni al doppiatore per aiutare ad avere una corrispondenza labiale più vicina possibile a quella dell’attore in scena. L’assistente lavora a stretto contatto con il direttore, con in quale forma una vera e propria squadra, pur occupandosi di aspetti diversi del lavoro.

E abbiamo anche un’associazione che ci rappresenta l’ AIPAD.