GLI IDEATORI

Claudio G. Fava

Claudio G Fava

Laureato in legge, sposato con Elena Pongiglione, pittrice, illustratrice e ceramista. Dopo un inizio di carriera nella città natale presso il Corriere Mercantile, è divenuto giornalista professionista nel 1961 ed è entrato alla RAI nel 1970, dove ha lavorato per la Rete Uno e, in seguito, come capostruttura della Rete Due. In ragione di questo incarico, per anni ha scelto i film e i telefilm della programmazione televisiva della seconda rete televisiva pubblica, introducendo presso il pubblico italiano molte serie famose (Beautiful, ad esempio). Ha organizzato con il programma “Cinema di notte” decine di cicli di opere (profili di attori, di registi, di sceneggiatori e di generi). Ha condotto inoltre due rubriche sulla settima arte: “Dolly” e “Set”.

Esperto dell’opera del cineasta francese Jean-Pierre Melville, per l’attività svolta a favore della diffusione del cinema francese alla televisione italiana, trasmettendo spesso opere inedite, il governo transalpino lo ha nominato “Officier des Arts et des Lettres”. È autore di monografie su importanti figure del cinema italiano – da Alberto Sordi a Federico Fellini, a Ugo Tognazzi – ed anche di testi letterari, come i bozzetti raccolti in Tagliati al vivo. Ha collaborato con un gran numero di quotidiani, settimanali e riviste specializzate, oltre che con importanti rassegne cinematografiche in Italia e all’estero, presiedendo diverse giurie cinematografiche e televisive.

Ritratto di G. Fava della moglie Elena Pongiglione da il Clandestino

Ritratto di G. Fava della moglie Elena Pongiglione da il “Clandestino in Galleria”

Studioso dei problemi legati al doppiaggio, in qualità di dirigente RAI ha commissionato migliaia di ore di doppiaggi e ridoppiaggi riportando in circolazione film ormai scomparsi come Il grande sonnoAcque del Sud e I migliori anni della nostra vita, e introducendo al pubblico italiano opere mai prima presentate in televisione, a cominciare dal film forse più famoso dei fratelli Marx, Duck Soup, ribattezzato La guerra lampo dei fratelli Marx. In qualità di responsabile delle iniziative cinematografiche del Comune di Finale Ligure, dal 1999 è direttore artistico di Voci nell’ombra, il primo Festival italiano dedicato interamente al doppiaggio cinematografico e televisivo, ideato e organizzato da Bruno Astori.

Si è cimentato anche in veste di attore: al cinema con Maurizio Nichetti (Ladri di saponette), in televisione con Ombretta Colli (Una donna tutta sbagliata); in teatro con Giancarlo Sbragia e Mattia Sbragia, su un testo di Guido Fink dedicato a Orson Welles. Come autore, presentatore o, nell’ultimo caso, come ospite ha preso parte a cinque programmi televisivi per Raitre scritti da Gloria De Antoni e Oreste De Fornari  (PerdentiInfedeliLa principessa sul piselloPacem in terris, per due edizioni, La fonte meravigliosa).

È stato insieme a Rita Forte conduttore su TMC di 78 puntate della striscia preserale quotidiana “Forte Fortissima!” di Cristina Crocetti. Dal 2006 è autore di un blog, in collaborazione con Lorenzo Doretti, dal nome “Clandestino in Galleria”. Negli ultimi anni saltuariamente collabora con la televisione privata ligure Primocanale. È deceduto improvvisamente a Genova il 20 aprile 2014 all’età di 84 anni. La sua ultima apparizione pubblica è stata alla conferenza stampa per la presentazione dell’edizione del numero 100 della rivista FilmDoc.

Opere

Alberto Sordi, Roma, Gremese.
Le camere di Lafayette, Roma, La rassegna, 1979.
Marcello Mastroianni, con Matilde Hochkofler, Roma, Gremese.
I film di Federico Fellini, con Aldo Viganò, Roma, Gremese.
Clandestino in galleria, Recco, Le mani, 2003.
Simenon, l’uomo nudo, con Gianni da Campo e Goffredo Fofi, Napoli, L’ancora del Mediterraneo, 2004.
Dialoghi sui minimi sistemi, con Mario Paternostro, Genova, De Ferrari-Verba, 2008.
Guerra in cento film, Recco, Le mani, 2010.
Visto con il monocolo. Un anno di rubrica sul ‘Corriere Mercantile’, Genova, De Ferrari, 2014.

Bruno Paolo Astori

Uomo di grande spessore culturale e personale, appassionato della vita e delle sue infinite sfumature, Bruno Paolo Astori, pavese di nascita, spirito libero, sempre alla ricerca di nuovi stimoli che, per anni, trovò nella nostra bella Liguria, in particolar modo nella riviera di Ponente (Pietra Ligure, Finale Ligure) è stato, e sempre sarà, la mente e l’anima, insieme al suo caro amico Claudio G. Fava, di quell’originale progetto sfociato nel tanto apprezzato Festival del Doppiaggio.

All’inizio del viaggio con il critico Claudio G. Fava, per loro stessa ammissione, i due non avevano la minima idea di dove sarebbero arrivati.

Il pensiero iniziale di Bruno Paolo Astori era quello di una manifestazione dedicata ai “mestieri” nascosti del cinema e della televisione (scenografi, costumisti, attrezzisti e, perché no, ai doppiatori); poi “la saggezza di Claudio” (cit.) lo convinse che, forse, concentrarsi sull’elemento doppiaggio in tutte le sue sfaccettature, sarebbe stato molto più sensato e anche più realistico. Partecipò a delineare il progetto anche l’amico Sivano Piccardi, memore di un evento occasionale in cui si celebrava il doppiaggio. Allora, con un nome evocativo e intrigante, Voci nell’Ombra (anche questo farina del sacco di Fava) e con una incoscienza degna forse di miglior causa, si sono catapultati in questa insolita avventura.

Bruno amava parafrasare una citazione di A. Sofri: “gli anni passano in fretta, sono le ore che non passano mai”, nella quale si ritrovava appieno. Voltandosi indietro non coglieva la percezione del tempo trascorso tra soddisfazioni, il desiderio, la volontà di andare avanti, di elaborare nuovi progetti, di insistere su quelli che non era ancora riuscito a realizzare.

Perché “uno degli elementi più affascinanti del percorso intrapreso è che per ogni tratto di strada che si affronta e a volte si riesce a percorrere, se ne aprono altri dieci che meriterebbero approfondimento”.

Si diceva estremamente fiero (ma non di se stesso, non era da lui) di quel “noi” di cui tanto amava parlare: degli amici, dei collaboratori che tanto preziosi si erano rivelati per andare avanti negli anni, che lo avevano spronato a sviluppare nuove idee per quel festival che, negli anni prese corpo e divenne ciò che lui e Fava avevano sognato: un punto di riferimento per addetti ai lavori ed appassionati.

Bruno-Astori
Quegli amici e collaboratori lo stimolarono a tal punto da voler intraprende ancora altre strade nel mondo dell’arte e della comunicazione: fu Direttore Generale dell’evento “Teleschermi” a Sanremo (2008), una tre giorni di dibattiti a tema televisivo, e Direttore Artistico dell’evento “Gran Premio Tv” a Desenzano nel 2006.
Espresse il suo grande – e sottile – senso dell’umorismo in occasione della Direzione Artistica di Bordighera, città dell’umorismo. Ha lavorato su format televisivi e “live” di tipo comico.

Appassionato di Radio ha portato avanti il progetto che ha visto Imperia, sede di dirette radiofoniche su Rai Radio2 (Carta di Riso e Psicofaro). Per l’intera sua vita si è occupato di teatri e manifestazioni, spesso in collaborazione con  Tiziana Voarino con cui per esempio, ha condiviso la Direzione Artistica del Teatro della Gioventù di Genova nel 2005, anno in cui lo spazio è stato restituito alla città di Genova.

Grazie alla volontà di quest’uomo che tanto è stato amato, siamo ora eredi di doni straordinari, da conservare e custodire, in memoria di una persona di straordinario talento, ma, soprattutto, di un amico, che ricorderemo anche per le sue notevoli capacità narrative: autore di due libri: “A Binasco sorge il sole: storie di corriera”, Achab Ed., 1994 e “Hotel Boncardo”, Ed. Libreria Cento Fiori, 2003, e ideatore della collana Quaderni di doppiaggio.
Ha lasciato un manoscritto incompiuto dal probabile  titolo “Varigotti Club. Ultima spiaggia” .

Attento organizzatore di stagioni teatrali, Bruno Paolo Astori non si risparmiò mai dal voler vivere, e condividere, le sue più profonde passioni, canali di un’energia positiva e coinvolgente, come solo lui sapeva essere.